Il comunicato stampa del Dicastero per la Dottrina della Fede del 22 febbraio 2025 «Circa gli scritti di Maria Valtorta» riprende gli elementi della lettera della Conferenza Episcopale Italiana del 6 maggio 1992 (prot. N. 324/92), a firma del cardinale Dionigi Tettamanzi:
«Le “visioni” e i “dettati” [di Maria Valtorta] non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù».
L’unica novità che possiamo osservare è nell’ultimo paragrafo del comunicato dove si dice:
«Nella sua lunga tradizione, la Chiesa non accetta come normativi i Vangeli apocrifi e altri testi simili, in quanto non ne riconosce l’ispirazione divina, rinviando alla lettura sicura dei Vangeli ispirati».
Il destino dell’opera di Maria Valtorta di non essere riconosciuta come divinamente ispirata è equiparato a quello di tutti gli altri testi simili, compresi i Vangeli apocrifi. Gli unici dei quali la Chiesa riconosce l’ispirazione divina sono i Vangeli Canonici.
Se un giorno Maria Valtorta, dopo l’esame delle sue virtù, venisse beatificata o canonizzata, ciò non cambierebbe il pensiero della Chiesa sulle rivelazioni private.
Infatti, le nuove norme della Chiesa cattolica del 17 maggio 2024 («Per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali») ribadiscono
«che né il Vescovo diocesano, né le Conferenze episcopali, né il Dicastero, di norma, dichiareranno che questi fenomeni sono di origine soprannaturale, nemmeno nel caso in cui si conceda un Nihil obstat. Fermo restando che il Santo Padre può autorizzare ad intraprendere una procedura al riguardo». (Orientamenti generali, § 23).
L’unico atto ufficiale dell’Autorità Ecclesiastica riguardante l’opera maggiore scritta da Maria Valtorta è la messa all’indice avvenuta con provvedimento del 16 dicembre 1959, venuta meno con la dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 14 giugno 1966 con la quale si diceva che l’indice dei libri proibiti «non ha più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure».
Le rivelazioni private hanno un ruolo ben definito nei paragrafi 66 e 67 del Catechismo della Chiesa Cattolica:
«[…] anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli» (§ 66).
«Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. […] Il loro ruolo non è quello di “migliorare” o di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica […]» (§ 67).
Osserviamo, sulla base delle testimonianze che ci giungono da tutto il mondo, sia da semplici fedeli che da ecclesiastici, che gli scritti di Maria Valtorta costituiscono una lettura spirituale che porta grande beneficio alla Chiesa e alla comunità non solo cristiana, dato l’elevato numero di conversioni che suscitano.