Giovanni Palladino ha fatto proprie queste parole di Gesù:
“Amare è conoscere. Non si ama che chi si conosce. Tanto più si ama quanto più si conosce.”
(I Quaderni del 1945-1950)
Nel suo ultimo libro Morire è un passaggio verso la vera Vita (link), edito da Rubettino, finito di scrivere sapendo di essere prossimo alla morte, Giovanni Palladino ha cercato di renderci partecipi della sua serenità nell’affrontare le ultime ore terrene, indicandoci il percorso che ha compiuto per giungere alla pienezza della sua fede.
Chi ha conosciuto Giovanni sa che era un uomo che conquistava con la gentilezza, l’attenzione alle persone, l’ascolto accogliente; la sua mitezza era la sua forza.
Le testimonianze di affetto, di stima e gratitudine che la famiglia ha ricevuto dalle persone che lo hanno conosciuto, lo descrivono come esempio, come maestro di vita.
Una vita vissuta bene diviene fonte di ispirazione e accende la curiosità di conoscerne il “segreto”, segreto che Giovanni ha sempre cercato di mostrarci, mettendo nei suoi libri l’esperienza personale che più lo ha formato: l’impegno con don Luigi Sturzo prima, e l’incontro con gli scritti di Maria Valtorta poi.
Nel libro, Giovanni dice:
Quindi grazie a Maria Valtorta ho finalmente conosciuto bene Gesù, nonostante che sia vissuto in una famiglia cattolica ed avere passato 13 anni in una scuola cattolica. Nessuno ha avuto il merito di avermelo fatto conoscere molto prima del mio 74° anno. Avrei certamente commesso meno errori.
Quindi la Verità sta nell’insegnamento di Cristo, insegnamento che ci porta ad amare Dio sopra ogni cosa e ad amare il nostro prossimo come noi stessi.
Sto morendo, tuttavia sono contento e sereno.
… non so se avessi avuto la stessa serenità, essendo allora giovane e un credente all’acqua di rose. Ma grazie a Maria Valtorta ho finalmente potuto conoscere Gesù e amarlo “sopra ogni cosa ”.
Il 31 ottobre 1943 Gesù tenne a precisare che i suoi miracoli più importanti furono le conversioni, fra le quali quelle descritte dal Vangelo sono molto poche, ma il cui numero effettivo sarà stato certamente enorme fra i tanti che lo ascoltarono: “Il miracolo di Lazzaro, del giovane di Naim e della figlia di Giairo non sono un gran che. Erano degli addormentati. Io li ho destati. Grande è invece stato il miracolo, quando di una Maddalena, di uno Zaccheo, di un Dima e di un Longino, morti nello spirito, ho fatto dei vivi nel Signore” (I Quaderni del 1943).
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Infine, ricorda anche l’editore e curatore storico delle opere di Maria Valtorta, con cui era amico sincero e con il quale condivideva l’idea di servizio all’Opera:
Emilio Pisani è stato un grande uomo, scomparso a 88 anni il 29 settembre 2023, nel giorno di San Michele, nome di suo padre, che nel 1952 firmò con Maria Valtorta il contratto per l’edizione degli scritti valtortiani. Pisani è senz’altro stato l’uomo che ho più stimato nella mia vita… Era un uomo molto intelligente, mite, umile e con un sereno sorriso che ti avvolgeva di amicizia, meglio di amore.
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Il suo sogno di assistere all’apertura del processo di beatificazione di Maria Valtorta è rimasto purtroppo inappagato. Tuttavia, a tutti Giovanni ha chiesto di continuare a sostenere l’iniziativa della Fondazione Erede di Maria Valtorta: per il suo funerale suggeriva di fare una donazione in cambio dei fiori.
Noi lo ringraziamo dell’amicizia, dell’insegnamento e del ricordo che ci lascia.