Recensione del libro di Fernando La Greca: Gesù e il mondo greco-romano nell’opera di Maria Valtorta
Il quotidiano di ispirazione cattolica Avvenire ha pubblicato nella sezione culturale “Agorà”, a pag. 23, un’avvincente recensione a firma di Vincenzo Guarracino:
“L’archeologia conferma la Valtorta?”
Un saggio di straordinario interesse e suggestione, davvero, questo Gesù e il mondo greco-romano nell’opera di Maria Valtorta (Centro Editoriale Valtortiano, pagine 218, euro 18,00) di Fernando La Greca, un’autentica «profonda esperienza spirituale», come commenta il prefatore Liberato De Caro.
È un libro che permette anche al grosso pubblico di sapere qualcosa di più intorno a una figura controversa e affascinante, Maria Valtorta (1897-1961), terziaria dell’Ordine dei Servi di Maria, di origini lombarde e dalla vita particolarmente tormentata avendo trascorso più di 60 anni immobilizzata a letto da un’infermità cronica, che si avventura nell’impresa di trasmettere conoscenze altrimenti inspiegabili se non come rivelazioni soprannaturali, scritte “sotto dettatura” in un’opera imponente, ben 10 libri, L’Evangelo come mi è stato rivelato, intorno alla vita di Gesù e Maria, riportando episodi e fatti di vita quotidiana che non compaiono nei Vangeli canonici o che compaiono in forma ridotta, capace di suscitare reazioni contrastanti (perfino la condanna dal Sant’Uffizio e l’iscrizione nell’Indice dei libri proibiti nel 1959, condanne successivamente abrogate) e in grado ancora oggi di suggerire stupore e venerazione.
Fernando La Greca è uno studioso con le carte pienamente in regola, ancorché personaggio di rara modestia e qualità, a testimonianza di come si possano coniugare rigore e passione intellettuale con uno stile accattivante e divulgativo: professore di Storia e di Antichità romane presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno, La Greca è autore di una produzione scientifica che spazia su temi e campi molto differenti, dalle divinità romane, alla filosofia e alla politica a Roma al tempo dei Gracchi, a Paestum romana e alla sua riscoperta, con incursioni sulle risorse economiche della Lucania antica, fino allo studio delle tradizioni romane nella dialettologia e nel folklore.
Qui La Greca passa in rassegna dal suo osservatorio cioè di specialista le osservazioni che la mistica scrive, a suo dire, a seguito di visioni avute della vita pubblica di Gesù di Nazareth. Razionalmente inspiegabili, perché o note a pochi specialisti o scoperte solo in tempi recenti, le osservazioni della Valtorta, pubblicate in varie riprese (dapprima col titolo Il Poema di Gesù, 1956, e poi Il Poema dell’Uomo-Dio, 1959, prima del titolo definitivo), vengono vagliate dallo studioso trovando importanti conferme a livello storiografico.
Tenendo conto del fatto che all’epoca della composizione dell’opera (tra il 1943 e il 1947) la Valtorta era paralizzata e allettata da molti anni a Viareggio, le scoperte di La Greca meritano non soltanto la lettura del saggio ma anche un’attenzione degli archeologi e di altri professionisti per scavare meglio negli scritti della Valtorta. Qui non c’è spazio per dar conto della messe di notizie che La Greca estrae e propone: basti solo dire che si resta ammirati dinanzi al fiorire, su uno scenario ricco e articolato tale da far venire una voglia prepotente di saperne veramente di più sul personaggio straordinario che è stato Maria Valtorta, ammirata da papi (Pio Xll) e santi, come Madre Teresa di Calcutta che ne portava con sé nella borsa i libri, insieme con la Bibbia e il Breviario.
Dalla prefazione di Liberato De Caro:
Tutti sanno cosa sia uno spartito musicale. Non tutti, però, sanno distinguere un’opera sublime, semplicemente soffermandosi sullo spartito, prima cioè che qualcuno traduca la sequenza di note nella melodia in essa codificata, attraverso un’esecuzione del brano musicale. L’opera sublime è davanti agli occhi di tutti, ma non tutti sono in grado di percepirne immediatamente la bellezza, per la mancanza di quelle competenze specifiche che permettono di decodificare i segni (le note sul pentagramma) attraverso cui tale bellezza è stata immortalata. Altre volte la bellezza è manifesta, percepibile da chiunque, senza necessità di decodificare alcunché. Si pensi ad un tramonto dalle mille sfumature di colore.
Quando ci si immerge, senza pregiudizi, nella lettura de L’Evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta, chiunque può vivere una profonda esperienza spirituale. Forse non è un caso che si ritorni a leggere e rileggere gli stessi episodi della vita di Gesù e Maria, in esso narrati, così come non ci si stanca mai di ascoltare un’opera musicale sublime né di osservare la bellezza del sole che fa capolino di là dell’orizzonte.
Quando si possiede una competenza tecnica, che permette di “vedere” ciò che gli altri non vedono, il livello di stupore di fronte all’opera valtortiana mozza letteralmente il fiato. È come leggere uno spartito musicale di un’opera sublime e sentire dentro di sé la bellezza della musica, prima ancora che essa venga effettivamente eseguita in un concerto. A quel punto quella bellezza va condivisa, quel brano musicale deve essere eseguito in pubblico, affinché tanti altri possano vivere le stesse profonde emozioni. Ecco perché si è spinti a mettere per iscritto le proprie scoperte, perché si vuole rendere partecipi il maggior numero di persone di quello stesso stupore che ha attraversato la nostra vita.
Come l’Autore racconta nelle prime pagine, è questa l’esperienza che Fernando La Greca ha vissuto di fronte all’opera valtortiana, e che ha voluto raccontare in questo libro, frutto di una conoscenza approfondita del mondo greco-romano e degli scritti della mistica viareggina. Ricordo, come fosse ieri, quando, tre, quattro anni addietro, l’Autore mi raccontava di queste sue scoperte. Mi impressionò, tra le altre cose, la sua conoscenza del mondo greco-romano nei minimi dettagli, quelli della vita quotidiana, che gli ha permesso di leggere le pagine valtortiane con occhi diversi dai nostri.
Tra i tanti aneddoti riguardanti il mondo romano, che Fernando La Greca mi ha raccontato, amo ricordare l’inventiva degli agricoltori di duemila anni fa, ad esempio, per i loro innesti di rose sui rovi delle more, per ottenere dei fiori dalle sfumature e colori particolari, o per l’uso di forme di terracotta nelle quali si ponevano i germogli di alcuni frutti ed ortaggi, per farli crescere con forme inusuali, per le tavole dei più ricchi.
È questa conoscenza capillare di quel mondo che ha permesso all’Autore di fare tante scoperte interessanti, nascoste tra le righe dell’opera valtortiana, spesso nei dialoghi dei personaggi che animano la narrazione, permettendo di rivedere i colori, percepire gli odori e i sapori, rivivere le emozioni tipiche di un mondo ormai passato, quello greco-romano, di cui la Palestina ai tempi di Gesù faceva parte.
Finalmente è arrivato il momento in cui gli è stato possibile condividere queste sue scoperte, raccogliendole in questo libro, un vero e proprio saggio per i suoi contenuti culturali, ma di agile lettura, alla portata di tutti per la capacità dell’Autore di saper accompagnare il lettore nella comprensione di ogni dettaglio approfondito e discusso, anche di quelli più tecnici. Un libro che è una miscellanea di argomenti diversi, un condensato della ricerca personale dell’Autore che tocca più settori poiché è l’opera valtortiana che ci propone spaccati della vita e della cultura del mondo greco-romano con ricchezza di dettagli che stimolano di continuo momenti di verifica e di approfondimento.
Aiutati dalle pagine di questo libro, è possibile vivere sempre più in profondità la bellezza di un vero e proprio viaggio nel tempo, quello che si compie leggendo le pagine dell’opera valtortiana, come se fossimo dei visitatori della Palestina di duemila anni fa che, prima della partenza, si siano documentati sugli usi e costumi dei popoli e sui luoghi che andranno a visitare.
Per informazioni e richieste, rivolgersi al Centro Editoriale Valtortiano, editore delle opere di Maria Valtorta:
https://mariavaltortastore.com/…/gesu-e-il-mondo-greco-roma…