’art. 3, punto c, dello Statuto della Fondazione affida alla stessa il compito di “commissionare a sperimentati traduttori i lavori di nuove traduzioni o la revisione di traduzioni già esistenti delle opere di Maria Valtorta e di qualsiasi altra pubblicazione valtortiana”; e l’art. 4 prevede la costituzione di “un collegio di traduttori sotto la guida di un coordinatore”.
Le traduzioni già esistenti degli Scritti di Maria Valtorta coprono le lingue parlate in ogni parte del mondo, dalle europee ai dialetti indiani. In alcune, specialmente le principali europee, sono state tradotte l’Opera maggiore per intero ed anche, in tutto o in parte, le opere minori. In altre si sta procedendo gradualmente alla traduzione e pubblicazione dei singoli volumi. In altre ancora sono state pubblicate traduzioni di passi scelti, o comunque parziali, di opere valtortiane. Per certe altre, come l’armena e l’indonesiana, c’è stata solo la proposta di promuoverne la traduzione. Complessivamente si arriva a poco meno di 30 lingue.
La maggior parte degli autori delle traduzioni esistenti si è offerta spontaneamente, lasciando al CEV, nella sua qualità di Editore, il compito di verificare le capacità dell’aspirante traduttore e compensare, una volta concluso l’accordo, la sua prestazione. Non di rado il CEV ha dovuto sobbarcarsi al compito di risolvere i dubbi che un traduttore si poneva nell’interpretare certi passaggi del testo valtortiano. Era, infine, un diritto del CEV autorizzare con accordi formali la pubblicazione e la diffusione di una traduzione, quando non si poteva o non conveniva pubblicarla e diffonderla per conto proprio, ed era ancora un diritto (ma anche un dovere) del CEV bloccare o almeno contrastare con diffide e azioni legali le traduzioni abusive.
I diritti-doveri concernenti le traduzioni sono passati alla Fondazione, che potrà gestirli con più competenza e autorevolezza attraverso gli “organismi sussidiari”, previsti nell’art. 4 dello Statuto. Di grande rilievo sarà la costituzione del “collegio dei traduttori”, che servirà a mettere in comunicazione tra loro i traduttori valtortiani per scambiarsi esperienze e porre quesiti, con il fine, soprattutto, di tendere ad una fedele interpretazione del testo originale italiano nella corretta forma letteraria che è propria di ogni lingua.
Il progetto può essere aiutato specialmente in campo professionale con l’adesione degli autori delle traduzioni, sia di quelli che hanno già tradotto o stanno traducendo per Maria Valtorta, sia di quelli che sono disposti a farlo avendone anche la capacità. Gli aiuti finanziari, poi, serviranno soprattutto a sostenere i costi di quelle traduzioni che, pur essendo richieste, non sono compensate a sufficienza dalle vendite, perché destinate a paesi poveri, o di religione prevalentemente non cristiana, o di difficile penetrazione culturale e religiosa.