Paolo soffre per la separazione di Israele, pronto a rinunciare a Cristo pur di riportare a Cristo i fratelli giudei. Il fanatismo di Saulo persecutore si è trasformato in zelo assoluto per la causa cristiana: è l’amore supremo per i nemici, che hanno perduto l’appartenenza al Popolo della Promessa, mentre i pagani sono divenuti figli di Dio e hanno la nuova Promessa che sostituisce l’antica.
Dio, il Buonissimo, trae il bene da ogni cosa. Dalla Colpa prima, dell’Eden e dalla Colpa seconda, quella del Tempio, trasse la Redenzione. Solo necessita la buona volontà dell’uomo. Nessuno soffrì quanto Cristo e Sua Madre, e l’uomo deve farsi imitatore di Cristo, per trarre il bene da quanto Dio permette che gli accada. Il Padre aveva infatti caricato Cristo di tutti i peccati del mondo e si era ritirato da lui, lasciandolo solo.
Nessuno può accusare Dio del male, poiché questo proviene dal peccato dell’uomo. Chi è tentato di accusare Dio pensi a quanto soffrì Cristo, non solo alla Passione ma in tutta la vita, quando Satana, prossimo alla sconfitta, scatenò il suo odio contro di lui. Traendo bene dal male, Cristo seppe ottenere dalla satanica ribellione dei giudei la Chiesa per tutti gli uomini. Come un padre deluso dai cattivi figli adotta un orfano, così Dio respinse gli israeliti e adottò come figli i Gentili, insieme ai pochi israeliti disposti ad accogliere Cristo.
Degno di riprovazione è il disprezzo israelita verso i Gentili, tenace perfino tra gli apostoli che si aspettavano la ricostituzione del Regno d’Israele anche dopo la Passione e la Resurrezione. Quindi Israele fu schiacciata e lo sarà sempre finché non si convertirà[5]. Anche chi non aveva mai sentito parlare di Cristo, se aspirante al Bene fu e sarà salvo, mentre nessun oppositore di Cristo ha avuto e mai avrà vittoria.
Gli israeliti avevano la Legge e i profeti ma seppero solo accusare Cristo di essere in combutta col diavolo: anche se fosse disceso dalla Croce, come lo sfidavano a fare, avrebbero detto che l’aveva fatto grazie all’aiuto demoniaco. Gli israeliti si erano fatti dei a se stessi. Dio è paziente con Israele e aspetta, ma la superbia impedisce agli israeliti il riconoscimento della verità: avevano la lettera della Legge ma non lo spirito perché mancavano di umiltà e di carità. Dicevano: “Chi è questo popolano che osa insegnare nelle piazze e nelle strade?”, mentre loro, i grandi, sedevano sulla cattedra di Mosé, al Tempio. L’umile Pietro seppe riconoscere il Cristo. L’unico apostolo di grande cultura, legato alla cricca del Tempio, fu colui che lo tradì: Giuda di Keriot, dannato in eterno.